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Sunday, August 13, 2017

Radicali: Spadaccia media fra Bonino e pannelliani

di Mauro Suttora

Libero, 13 agosto 2017


Cosa faranno i radicali alle politiche? Accreditati di un 2%, possono risultare preziosi sia per Renzi che per Berlusconi.

Emma Bonino si sta muovendo con Marco Cappato e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova per una lista Forza Europa, che potrebbe attrarre Mario Monti e altri centristi laici come il ministro Calenda. 
A seconda della legge elettorale, si presenteranno soli, apparentati al Pd, o contratteranno posti nella lista Pd come nel 2008.

Ma da due anni i radicali sono spaccati. La rottura fra la Bonino e Marco Pannella si è estesa dopo la morte di quest'ultimo nel maggio 2016 a tutti i boniniani e pannelliani: da una parte l'ex ministra degli Esteri, Gianfranco Spadaccia, Cappato, Mario Staderini, Roberto Cicciomessere; dall'altra Maurizio Turco, Rita Bernardini e Sergio D'Elia.


Questi ultimi controllano il Prntt (Partito radicale nonviolento transnazionale transpartito), la cui lunghezza del nome è inversamente proporzionale al numero degli iscritti: se non arriveranno a 3mila entro la fine dell'anno, hanno deciso di sciogliersi.


I boniniani invece sono riuniti in Radicali italiani (segretario Riccardo Magi), che hanno appena compiuto l'exploit di raccogliere 30mila firme per un referendum che mette in gran difficoltà la sindaca grillina di Roma Virginia Raggi: togliere all'Atac il monopolio del trasporto pubblico nella capitale.

Cappato guida l'Associazione Coscioni per l'eutanasia e la libertà della scienza. E la buonista Bonino è attiva soprattutto nella campagna pro-immigrati Ero Straniero.

Anche i transnazionali macinano politica: hanno appena concluso una Carovana di mezzo mese in Sicilia per i loro tradizionali obiettivi sulla giustizia: amnistia, indulto, no all'ergastolo, separazione delle carriere fra magistrati inquirenti e giudicanti.

Un garantismo che in teoria potrebbe avvicinarli al centrodestra. Ma loro negano qualsiasi prospettiva elettorale.

Ora qualcuno cerca un rammendo fra le due fazioni. Spadaccia, 82 anni, grande vecchio radicale (ex segretario e parlamentare, per decenni braccio destro di Pannella), ha mandato una lettera a Turco & co. annunciando la propria iscrizione (200 euro annui), ma chiedendo l'apertura di un dibattito interno e spazi su radio radicale: "Quali obiettivi ci diamo di fronte alla crisi della democrazia liberale e dello stato di diritto, il dissolvimento dell'Unione Europea e il travolgimento dei diritti umani?"


Con Spadaccia, tendono la mano ai separati in casa una trentina di boniniani. E sul fronte opposto, l'altro grande vecchio radicale Angiolo Bandinelli, 90 anni, ha già rotto con l'estremismo antiboniniano di dirigenti come Turco e Valter Vecellio (la Bernardini è più possibilista).


Sullo sfondo c'è la partita per Radio radicale, che finora è rimasta neutrale dando spazio a tutti, ma che Turco ora vuole ridurre sotto il proprio controllo.

E la radio riceve 10 milioni annui di soldi pubblici come organo di partito e trasmettitrice delle sedute parlamentari.

Mauro Suttora

Thursday, April 10, 2008

Il caso Valter Vecellio

IN RAI IL PRIMO LOTTIZZATO PUBBLICO

di Mauro Suttora

Libero, 10 aprile 2008

Basta con l’ipocrisia. Tutti sappiamo che (quasi) tutti i giornalisti Rai sono lottizzati. Quindi tanto vale che ciascun partito, capocorrente o padrino si batta pubblicamente per i propri protetti. Senza sotterfugi, senza i «bigliettini» di raccomandazione che costarono il posto di direttore del Tg1 a Gad Lerner. Apertamente, anzi clamorosamente. A infrangere riti e finzioni di Bisanzio è Marco Pannella, che ora digiuna per Valter Vecellio. Il quale passerà così alla storia come il primo giornalista raccomandato ufficiale d’Italia.

Mentre tutti nascondono i propri «referenti» politici, 102 militanti e dirigenti radicali addirittura si affamano per fare avere a Valter, 54enne bravo e burbero vicecaporedattore del Tg2, un programma tutto suo. Anzi un «format», come dicono i fichissimi. Naturalmente il tema di questo programma è all’altezza dei radicali: planetario. Si dovrà occupare nientedimenoche della «violazione dei diritti umani nel mondo e delle lotte messe in atto per affermarli», spiega Rita Bernardini, segretaria dei Radicali italiani.

Insomma, cose come Tibet, Cina, Birmania, Darfur. Sarà quindi un programma sui radicali stessi, che da decenni si battono per cause come queste, e altre ancora più dimenticate come gli uiguri del Turkestan orientale, o i montagnard del Vietnam. Ma tutta questa benemerita attività umanitaria transnazionale ora si concentra in un obiettivo ‘ad personam’ italianissimo, anzi romanissimo, anzi saxarubrissimo: «Chiediamo che si ponga fine alla conventio ad excludendum nei confronti dei radicali, e per questo indichiamo con chiarezza il nome di chi potrebbe dirigere il settore di riforma: un professionista capace e stimato come Vecellio», specifica la Bernardini.

Evviva la sincerità. Vent’anni fa Pannella scandalizzò il mondo eleggendo Cicciolina, e oggi un altro tabù è rotto: quello del cosiddetto ‘servizio pubblico’. In realtà servizio di fazioni privatissime. E allora anche i radicali dopo mezzo secolo di dolente verginità si adeguano. Reclamando, buoni ultimi, il proprio brandello di Libano.

Il bello è che il povero Vecellio, simbolo di questa surreale lotta nonviolenta, ha una sua dignitosissima storia giornalistica. Profugo dalla Libia, cacciato da Gheddafi, dal ’74 lavora a Notizie radicali, l’organo del partito. Negli anni ’70 inventa le prime rassegne stampa d'Italia su Radio radicale, ma nell’82 tradisce Pannella per Craxi assieme al direttore della Radio Lino Jannuzzi, l’ex segretario Geppi Rippa e Marco Boato. Si rifugia all’Avanti! dove per una decina d’anni verga editoriali di fuoco contro i radicali esibendo l’odio degli ex, finché nel ’91 approda al Tg2 in quota Psi.

Poi, anche grazie al comune amore per Leonardo Sciascia (Vecellio è stato presidente dell’«Associazione degli amici» dello scrittore e deputato radicale), è tornato all’ovile. Pannella, come tutti quelli che si sentono un po’ Gesù, adora i figlioli prodighi. Così gli ha affidato la direzione di Notizie radicali. Che Valter firma italianizzando il proprio nome: Gualtiero.

Mauro Suttora