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Wednesday, August 31, 2011

Province taglia e cuci

COSA CAMBIA DOPO LA SFORBICIATA AGLI ENTI LOCALI

SONO PARTITI CON L'IDEA DI ELIMINARNE 37 SU 110. MA POI SONO SCESI A 29. ANZI NO, A 23. MENO DI UN QUARTO DEL TOTALE. E IL NUMERO POTREBBE SCENDERE ANCORA. INTANTO, LE "NOMINATE" CERCANO DI SALVARSI COSÌ

di Mauro Suttora

Oggi, 19 agosto 2011

All'inizio dovevano essere 37 su 110, le Province tagliate dalla manovra. Poche, per chi vorrebbe abolirle tutte, ma comunque un terzo del totale. Erano sparite quelle sotto i 300 mila abitanti. Poi la precisazione: si salvano le otto «grandi», che misurano più di 3.000 kmq. Criterio ragionevole: da Livigno (Sondrio), per esempio, ci sarebbero volute tre ore e mezzo di auto per raggiungere il nuovo capoluogo più vicino (Como o Lecco); e Sappada (Belluno) è lontanissima da Treviso. Si scende così a 29.

Ora, però, scopriamo che in realtà saranno solo 23 le Province eliminate: molto meno di un quarto del totale. In sei casi basta che due mini-Province attigue si uniscano, per superare la soglia-mannaia degli abitanti: Trieste e Gorizia, Vercelli e Biella (come prima del 1995), Ascoli Piceno e Fermo (separate appena sette anni fa), Savona e Imperia, Pistoia e Prato, Enna e Caltanissetta.

Un trucco cui potrebbero ricorrere anche le confinanti Lodi e Piacenza, La Spezia e Massa-Carrara, Terni e Rieti, Campobasso e Benevento, se non appartenessero a regioni diverse. Infine, se le Regioni a statuto speciale (Sardegna, Sicilia e Friuli-Venezia Giulia) riescono a salvare le loro Province in nome dell' autonomia da Roma, come già minacciano, si scenderebbe fino a 14. Una miseria.
Ma vediamo, una per una, la situazione delle 23 Province "in nomination".

1) TRIESTE, GORIZIA . Sono condannate dal 1945, quando la guerra le amputò del loro entroterra passato alla Jugoslavia. «Ma cancellarle è inaccettabile, perché priverebbe di rappresentatività tutta l' area giuliana a vantaggio del Friuli», dice Maria Teresa Bassa Poropat, 64 anni, presidente Pd della Provincia di Trieste. La soluzione: una nuova Provincia targata Vg (Venezia Giulia) o Tg (Trieste-Gorizia).

2) ASTI . Piuttosto che cadere sotto Alessandria, lontana solo 37 chilometri ma detestata dagli astigiani, la presidente provinciale Maria Teresa Armosino (con doppio incarico: è anche deputata Pdl), 56 anni, pensa a una nuova «Provincia del vino» che annetta da Cuneo le Langhe e Roero con Alba e Bra, il Monferrato con Casale e magari pure Chieri e Acqui.

3) VERCELLI, BIELLA. Dovrà tornare a casa, la ricca Biella staccata da Vercelli 16 anni fa. Piuttosto andrebbe con Novara, ma non c' è contiguità territoriale.

4) VERBANO CUSIO OSSOLA. Anche questa nuova Provincia del '95 sarà riassorbita da Novara.

5) LODI . Scorporata da Milano, potrebbe anire con Pavia o Cremona se la Provincia milanese si trasformerà in «area metropolitana» dopo aver perso anche Monza (salva perché è la terza città lombarda, supera pure Bergamo e Como).

6) PIACENZA . Rinascerà il «ducato» con Parma, che durò ben tre secoli ano all' unità d' Italia, anche se nessun papa Farnese imporrà il proprio aglio al suo governo, come nel 1545...

7) ROVIGO. Il destino naturale del Polesine è a nord, con Padova, anche se qualcuno medita di chiedere il cambio di Regione per mettersi con Ferrara. Ma il Po è un conane naturale.

8) IMPERIA, SAVONA . La fantasia del presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza (Pdl) è fervida: «Uniamoci con Cuneo, e pure con Nizza...» Anche lui vuole tornare al 1859.

9) LA SPEZIA. Le ipotesi sono due: strappare Sestri e il Tigullio a Genova (che a quel punto diventerebbe area metropolitana), oppure espandersi a Est oltre il conane toscano e unirsi alla Lunigiana (Lunezia).

10) MASSA CARRARA. Odi di campanile rendono difacile l'unione con Lucca. Quindi gli apuani guardano a Ovest e vorrebbero strappare alla Spezia la val di Magra.

11) PISTOIA, PRATO. Basterebbero 7 mila abitanti in più per salvare Pistoia. Se non li troverà si metterà con Prato, che detesta meno di Lucca.

12) ASCOLI, FERMO. Fermo dista appena 25 chilometri in linea d' aria da Macerata, e 30 da Ascoli. Con tutto il rispetto, quale follia prese il Parlamento nel 2004, quando trasformò questa stupenda cittadina marchigiana di 37 mila abitanti in capoluogo? Tornerà sotto Ascoli, come prima.

13) TERNI . Sabato scorso tutti in piazza per incatenarsi al palazzo della Provincia. Ed esorcizzare un incubo: il ritorno sotto Perugia dopo l'autonomia ottenuta da Benito Mussolini nel 1927. Anche la Provincia di Perugia sparisce: resta solo la Regione, come in Val d' Aosta e Molise.

14) RIETI. Fino a 84 anni fa non stava neppure nel Lazio, ma in Umbria. La creò il fascismo, per la gloria della Regione di Roma. Ora, piuttosto che finire sotto la lontana Capitale, molti tornerebbero con Terni.

15) ISERNIA . Nata 41 anni fa. La città di Isernia è un paesone di 22 mila abitanti. Venafro cercherà di passare alla Provincia di Caserta.

16) CAMPOBASSO. Salta perché, conglobata Isernia, coincide con la regione Molise. E molti vogliono ripristinare la Regione unica Abruzzi-Molise, come prima del 1963.

17) BENEVENTO. «Uniamoci al Molise nel Molisannio», propone Clemente Mastella. Da Salerno e Avellino lanciano appelli di unità anti-Napoli. Più concretamente, si mira a far rientrare 13 mila emigrati nel giorno del censimento (9 ottobre) per superare quota 300 mila.

18) CROTONE . «Non torneremo vassalli di Catanzaro», dice il presidente Stano Zurlo (Pdl), «i parlamentari "nominati" non possono eliminare noi veri eletti del popolo».

19) VIBO VALENTIA. La provincia, anch' essa nata nel ' 95 come Crotone, per sopravvivere vuole annettersi i circondari di Lamezia Terme (Catanzaro) e Rosarno (Reggio Calabria).

20) ENNA, CALTANISSETTA . Enna, paese di 27 mila abitanti, fu fatta Provincia nel 1926 da Mussolini, che la preferì alla Caltagirone (40 mila abitanti) del nemico Luigi Sturzo.

21) CARBONIA-IGLESIAS . Fa parte dell'infornata di quattro nuove Province sarde di sei anni fa. È la più piccola e più povera d'Italia.

22) MEDIO CAMPIDANO . Chi conosce Villacidro e Sanluri? Sono i due capoluoghi di questa Provincia nata nel 2005. In totale, la Sardegna oggi conta 12 capoluoghi di Provincia: come la Lombardia.

23) OGLIASTRA . È quella con meno abitanti: 57 mila. Meno di un rione di Roma. Ma con ben due capitali: Lanusei (5 mila abitanti) e Tortolì (10 mila).

Mauro Suttora

Tuesday, August 30, 2011

Province: che succede in concreto?

SCUOLE, INPS, PREFETTURE: COSA CAMBIERÀ PER GLI ABITANTI

I servizi rimangono, gli uffici si spostano. Ecco cosa cambierà in concreto per gli abitanti delle province abolite.

di Mauro Suttora

Oggi, 19 agosto 2011

Spariranno gli uffici statali, si sopperirà con l'informatizzazione e gli sportelli distaccati. Spariscono prefetture, questure, comandi provinciali di Carabinieri, Guardia di finanza e Vigili del fuoco, direzioni provinciali del lavoro, uffici scolastici provinciali, agenzie delle entrate, motorizzazione, Inps, Inail, Inpdap, Camere di commercio, Aci e tutti gli altri uffici statali o parastatali.

Naturalmente i servizi rimangono: pompieri e Carabinieri, per esempio, continuano ad avere tutte le loro caserme e la Polizia i commissariati. Per le pratiche negli uffici amministrativi, però, bisognerà fare più strada per andare nel nuovo capoluogo. Si ovvierà con sportelli distaccati e con l' informatizzazione (documenti on line ).

Uffici provinciali: tutte le competenze saranno assorbite dalla Provincia cui si viene annessi. Cancellati presidenti, consiglieri e assessori, le competenze passeranno alla nuova Provincia, che assorbirà quella sparita. Ed è qui il problema. Per risparmiare veramente, infatti, bisognerebbe abolire tutte le Province, e trasferire i loro uffici a Comuni e Regioni. Non ha senso, per esempio, che gli edifici delle scuole secondarie (e la loro manutenzione) siano della Provincia, e quelli delle primarie del Comune. Egualmente per le strade provinciali: possono tranquillamente passare alle Regioni.

Occorreranno tempi lunghi: le amministrazioni vanno avanti fino alla scadenza naturale. Il numero degli abitanti si calcolerà il 9 ottobre, con il censimento 2011. Alcune province vicine ai 300 mila abitanti, come Pistoia e Benevento, potrebbero salvarsi.
Poi, le amministrazioni vanno avanti fino alla scadenza naturale. Le appena elette Trieste, Gorizia e Vercelli, per esempio, dureranno fino al 2016.
M.S.