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Wednesday, March 16, 2016

parla l'italiano che presentò Trump a sua moglie

PAOLO ZAMPOLLI, L'ITALIANO CHE HA FATTO CONOSCERE DONALD TRUMP ALLA SUA TERZA MOGLIE MELANIA KNAUSS

New York (Stati Uniti), 9 marzo 2016

di Mauro Suttora



Il Kit Kat Club era uno dei locali più in voga a Manhattan alla fine degli anni 90. E lì Paolo Zampolli, l’italiano proprietario dell’agenzia ID models, organizzò la festa annuale durante la settimana della moda newyorkese 1998: «Una delle mie modelle più carine era Melania, una slovena che avevo scoperto a Milano pochi anni prima».

Di cognome faceva Knavs, ma se lo cambiò in Knauss per dare un’idea di Germania. Allora, nell’età d’oro delle supermodelle, essere tedesche era un plus: Claudia Schiffer, Heidi Klum. «Anche Heidi faceva parte della nostra scuderia», ricorda Zampolli, «e dopo la separazione da Marla Maples, sua seconda moglie, Donald Trump frequentava volentieri i nostri eventi».

Paolo e Melania sono coetanei, allora erano entrambi 28enni. «Io stavo con la sua migliore amica, la modella ungherese Edit Molnar. Melania era seria e determinata, non le piaceva granché la vita notturna. Venne al party quasi per dovere. Era professionale, aveva una gran voglia d’arrivare. Più che nelle sfilate, eccelleva nei servizi fotografici. E una sua immagine era finita addirittura su un palazzo intero di Times Square».

«Quella donna è incredibile, la voglio»
Al Kit Kat Club quella sera Zampolli, Edit e Melania erano seduti sui sui divanetti della zona vip. Trump, allora  52enne, si presentò con una donna. Ma quando vide la modella slovena dagli occhi grigioblu, fu attrazione immediata: «È incredibile, la voglio», confidò a Edit.

«Ma Melania non cadde ai suoi piedi», continua Zampolli, «e quella sera non diede a Donald il suo numero di telefono. Non lo avrebbe mai fatto, con un uomo accompagnato a un’altra donna. Si limitò a prendere il suo».
Insomma, l’esatto opposto del già famosissimo miliardario. Noto anche per le sue fiammeggianti avventure di coppia: prima con la ceca Ivana, anche lei modella dell’Est, poi con Marla.

«Qualche settimana dopo Trump venne a una cena a casa mia, nella zona di Gramercy park. Ed ebbi una sorpresa: si presentò con Melania. Lei gli aveva telefonato, e la relazione era cominciata».

E via, nella tumultuosa vita notturna di New York: «Una sera prendemmo tutti una limousine nera di quelle lunghe per andare a cena al ristorante Cipriani con il mago David Copperfield».

Elicotteri, aerei: «A volte il venerdì sera Melania e Donald mi davano un passaggio sull’aereo privato di Trump per andare in Florida nei week-end. Allora aveva un Boeing 727, ora ha il 757. Era uno dei pochissimi con il permesso di decollare dall’aeroporto La Guardia, invece di dovere andare fino a quello di Teterboro nel New Jersey, riservato ai voli privati. Loro atterravano a Palm Beach e raggiungevano il palazzo di Mar-A-Lago, io proseguivo per Miami».

La coppia Melania-Donald resiste da 18 anni. Memorabile è rimasto il servizio fotografico del 2000 sul mensile GQ in cui lei appare nuda, sdraiata sul letto dell’aereo privato, indossando soltanto una collana. Titolo: Sesso a 10mila metri di altezza, Melania Knauss accumula le sue miglia.

Nel 2008, chiusa l’agenzia di modelle, Zampolli lavora con Trump nell’immobiliare. Ora si è messo in proprio ed è  ambasciatore all’Onu dell’isola Dominica. Sposato, ha un figlio di sei anni.

Anche Melania e Donald si sono sposati nel 2005, e il loro figlio Barron ha dieci anni. Al matrimonio parteciparono Hillary e Bill Clinton. Erano amici. Ora di meno: a novembre la sfida presidenziale potrebbe essere fra Donald e Hillary. E se quest’ultima perderà, Melania diventerà First Lady come lei.
Mauro Suttora

Wednesday, August 19, 2015

Trump: un cafone alla Casa Bianca

FA BATTUTE ORRENDE CONRO DONNE E IMMIGRATI. E VUOLE LA NOMINATION DEI REPUBBLICANI ALLA PRESIDENZA USA. RITRATTO DI DONALD IL MALEDUCATO

di Mauro Suttora

Oggi, 12 agosto 2015 

Con lui non ci si annoia mai. Insulta le donne che non gli piacciono: «Troia grassa, cagna, animale disgustoso». Una giornalista gliel’ha rinfacciato, la scorsa settimana in un dibattito tv. Lui ha risposto: «Il grande problema degli Stati Uniti è la correttezza politica».
Poi ha rincarato, e di quella stessa giornalista ha detto: «Aveva il sangue agli occhi contro di me. Le usciva sangue dappertutto…», alludendo al mestruo. Risultato: espulso dal prossimo dibattito per le primarie.

Donald Trump, 69 anni, vuole diventare presidente degli Stati Uniti. Si è candidato per il partito repubblicano. E più le spara grosse, più avanza nei sondaggi. L’ultimo lo dà al 23%, contro il 10-15 dei migliori fra gli altri sedici candidati alle primarie (Jeb Bush, figlio e fratello degli ex presidenti, il senatore Marco Rubio, il governatore Scott Walker).

«Il Messico ci manda spacciatori e violentatori. Brutta gente, gli immigrati». «Abolirò l’assistenza sanitaria per i poveri introdotta da Obama». «La Cina è nostra nemica, dobbiamo batterla». «Per sterminare gli estremisti islamici, rafforziamo l’esercito». «Se Hillary Clinton non ha soddisfatto suo marito, come può soddisfare l’America?».

Queste sono alcune delle sue “perle”, che attraggono gli spettatori tv. Le elezioni sono ancora lontane: primarie a gennaio, presidenziali a novembre 2016. Ma i capi repubblicani sono preoccupati. Se Trump vince le primarie, perderà il confronto col candidato democratico (probabilmente la Clinton) perché è troppo a destra. Ma se verrà sconfitto fra i repubblicani si presenterà come indipendente, e li farà egualmente perdere togliendo loro voti. Come accadde nel 1992 con Ross Perot, che consegnò la vittoria a Bill Clinton contro il presidente Bush padre.

Trump è alla ribalta da 40 anni. Costruttore edile figlio di costruttore edile, ricco sfondato (patrimonio di nove miliardi), sposa la modella cecoslovacca Ivana nel 1977. Dopo il divorzio del 1990 altre nozze glamour con l’attrice Marla Maples. Ivana invece si dà agli italiani. Ne sposa due: Riccardo Mazzucchelli, poi Rossano Rubicondi. Ora sta con Marcantonio Rota.

Donald si acquieta con un’altra modella slava, Melania Knauss. Da tredici anni vivono nel superattico della Trump Tower sulla Quinta Avenue di Manhattan. Dove ci sono altri tre grattacieli col nome Trump: quello nero e altissimo di fronte all’Onu (262 metri, 72 piani, appartamenti di Sophia Loren, Valentino Rossi, Bill Gates, Harrison Ford, Madonna), l’hotel a Columbus Circle e l’ex hotel Delmonico sulla Park Avenue. L’impero Trump si estende poi su innumerevoli palazzi a Chicago, Las Vegas, Atlantic City e in Florida.

Ma nella cultura pop Trump è famoso anche come patron dei concorsi Miss Usa e Miss Universo, attore in film e serial tv (Sex and The City) e infine, come seviziatore di giovani ambiziosi nel reality The Apprentice.
In effetti, Donald è un misto fra Flavio Briatore (il boss dell’Apprentice italiano), Silvio Berlusconi e Ronald Reagan. Anche quest’ultimo era un outsider, attore disprezzato come politico, quando arrivò alla Casa Bianca nel 1980. Difficilmente Donald eguaglierà Ronald. Ma almeno per qualche mese ci divertiremo.
Mauro Suttora


Friday, September 09, 2005

Ivana Trump

Oggi, 14 settembre 2005

NELLA GUERRA DEI GRATTACIELI IVANA VOLA PIU' IN ALTO DI DONALD

L'ex signora Trump costruira' a Las Vegas una megatorre per vip

Con ottanta piani sara' il palazzo dei record nella capitale americana del gioco, e superera' anche la Trump International Tower dell'ex marito. Pronto nel 2008, avra' 943 appartamenti extralusso

Il bidet c’è soltanto nelle suites più spaziose: Nizza, Positano e Amalfi. Perchè nei Paesi anglosassoni non si usa, è considerato un’eccentricità un po’ ambigua e decadente dell’Europa continentale. Quindi anche nel nuovo grattacielo Trump a Las Vegas, che sarà pronto alla fine del 2008, la maggior parte dei bagni ne sarà sprovvista. Per il resto, però, gli ottanta piani di quello che si annuncia come il palazzo più alto nella capitale del gioco statunitense verranno arredati lussuosamente: rubinetti dorati, vetrate con viste mozzafiato, rifiniture in legno pregiato. Com’è tipico dello stile Trump, rutilante fino all’eccesso.

Solo che questa volta a costruirlo non sarà il miliardario Donald Trump. E’ infatti scesa in campo Ivana, la sua ex moglie cecoslovacca 56enne, che debutta firmando il suo primo grattacielo. I 943 appartamenti sono già in vendita, sotto lo slogan ambivalente “Size matters” (“La misura conta”). Faranno concorrenza ai 64 piani di un’altra torre, la Trump International Tower, questa tirata su dal Donald originale. Il quale non è per nulla contento dello scherzetto giocatogli dalla sua ex: un po’ perchè ha invaso il suo campo di specializzazione, ma soprattutto per lo schiaffo dei sedici piani in più.

«Sono due progetti diversi, non paragonabili», attacca lui. «Il mio è in centro, proprio nel cuore di Las Vegas, vicino al nuovissimo casinò appena aperto da Steve Wynn. Ho già venduto in anticipo tutti i miei 1.268 appartamenti, con anticipi del dieci per cento sui prezzi, che vanno dagli 800 mila agli otto milioni di dollari l’uno. Il palazzo di Ivana invece è troppo a nord, alla fine della Strip, in quello che una volta era il centro di Vegas, ma che ora è diventato periferia».

Anche Ivana, però, sembra avere successo. Il suo socio Victor Altomare assicura di avere già venduto la metà degli appartamenti, che hanno un ventaglio più ampio di prezzi: dal mezzo milione di dollari per i monolocali, ai 35 milioni del superattico. E la pubblicità è appena iniziata. Come anticipo, tuttavia, lei si accontenta di appena diecimila dollari per unità. In ogni caso, sarà un progetto colossale: i soli costi di costruzione si aggirano intorno ai 500 milioni di dollari. A quanto ammonta la quota di Ivana, non è dato sapere. Ma quel che conta è che sul grattacielo ci sia la sua firma, con la sottolineatura in color rosa rossetto che è il simbolo degli altri suoi prodotti: profumi, vestiti, accessori.

Ivana conservò il diritto all’uso del cognome Trump quando si separò nel 1992, dopo quindici anni di matrimonio e tre figli. Si fece liquidare con 25 milioni di dollari: allora fu il divorzio più costoso della storia, dopo quello di
Steven Spielberg. Per questo oggi la bionda signora può tranquillamente rispondere, all’ex marito il quale insinua il sospetto che Ivana si faccia usare dai costruttori per il suo cognome: «Sono contenta che Donald si preoccupi per me, ma non sono proprio il tipo di persona che si fa usare...»

Ivana divide il proprio tempo fra le magioni a New York, Londra e Saint Tropez e il suo yacht. E’ attratta dagli uomini italiani: tutti i partner con cui si è accompagnata dopo il divorzio sono nostri connazionali. Prima Riccardo
Mazzucchelli, sposato in un albergo di New York alla fine del ‘95 e lasciato ventidue mesi dopo. Poi il principe Roffredo Gaetani di Laurenzana dell’Aquila Lovatelli d’Aragona, concessionario Ferrari a New York incontrato al ballo della Croce Rossa a Montecarlo. Infine, da tre anni e mezzo, il trentenne romano Rossano Rubicondi.

Nel frattempo, l’ex signora Trump si è costruita un proprio piccolo impero economico, Ivana Inc., che fattura 50 milioni di dollari l’anno e vende vestiti col marchio House of Ivana. Approdata a Capri, si è fatta conquistare dai
cameo dell’antica ditta Scognamiglio di Torre del Greco e ora li vende sul suo sito internet. Con l’aiuto di un ghost writer ha scritto tre libri: due romanzi e la guida per le prime mogli The Best Has Yet To Come (Il Meglio deve Ancora Venire), con il sottotitolo Come affrontare il divorzio e godersi di nuovo la vita. Tiene conferenze per signore separate in tutti gli Stati Uniti, è in prima fila alle sfilate di moda a Parigi e New York, risponde ai lettori di un settimanale di gossip, frequenta il festival di Cannes e ora - dopo il mattone - vuole sfidare l’ex marito anche in campo televisivo: è pronto per lei l’ennesimo reality show, Ivana Young Man.

Donald Trump ha avuto un grande successo nelle ultime due stagioni con il reality L’Apprendista, in cui ogni settimana elimina senza pietà un giovane aspirante businessman: «You are fired!», sei licenziato, è lo slogan ormai trasformatosi in tormentone, che Donald ha perfino appeso su un lenzuolo appeso alla facciata del suo grattacielo più famoso, la Trump Tower della Quinta Avenue a Manhattan. Dopo aver divorziato dalla seconda moglie Marla Maples a gennaio si è sposato per la terza volta, con la modella slovena Melania Knauss.

«Le donne sono come le bustine di the», recita una delle frasi preferite di Ivana, «non ti accorgi mai di quanto sono forti finchè non entrano nell’acqua bollente». Per lei ora la sfida è rappresentata da quel grattacielo di Las
Vegas, la città che si sta espandendo più velocemente negli Stati Uniti assieme a Phoenix in Arizona e a Naples in Florida, anch’esse nella «cintura del sole» che attrae i ricchi pensionati. «Ivana manhattanizzerà Las Vegas», urlano i titoli dei giornali, riferendosi all’altezza del suo palazzo. Sarà in buona compagnia: sono addirittura un centinaio i grattacieli attualmente in progetto nella capitale del poker, con seimila appartamenti già in vendita e prenotazioni
per altri dodicimila. Finora lei aveva pubblicizzato un resort di lusso in Australia e il condominio Bentley Bay Miami, ma non si era mai spinta fino a battezzare con il proprio nome un intero palazzo.

L’abbiamo incontrata al Fizz di New York, il club privato più chic del momento dove ha dato il via alla campagna marketing per il suo grattacielo grigio-rosa. «Parecchi italiani hanno già prenotato», dice sorridendo, a noi e alla folla di fotografi che ci assedia. I suoi tre figli ormai sono grandi, Ivanka è anch’essa entrata nel jet set dei «figli di», come l’ereditiera Paris Hilton, «famosi solo per essere famosi».

Lei, emigrata prima in Canada e poi negli Usa dai poveri monti Tatra boemi, si è arrampicata e ce l’ha fatta, prima grazie a quel cognome, poi per merito della propria intraprendenza. E ora la sfida passa nel campo del cemento armato. «Voglio bene a Donald, lo considero ancora parte della mia famiglia», giura lei. Le crediamo, anche perchè in tanti anni assieme sicuramente si è rinforzata anche con qualche tondino d’acciaio. Lui l’aveva messa a capo del leggendario hotel Plaza subito dopo averlo acquistato. E lei ha imparato (troppo bene) la lezione.

Mauro Suttora

Monday, September 30, 2002

Trump licenzia la sua miss Universo

MISS UNIVERSO: TRUMP LA LICENZIA PERCHE' È TROPPO PIGRA

da New York Mauro Suttora

Oggi, 30 settembre 2002

I turisti che affollavano come sempre la hall della Trump Tower, sulla Quinta avenue di Manhattan, non credevano ai propri occhi. Era improvvisamente arrivato il miliardario Donald Trump in persona, e circondato da fotografi e telecamere stava incoronando con le sue mani la nuova Miss Universo. 

Ma come? La cerimonia non era già avvenuta quattro mesi fa, in mondovisione da Portorico con 600 milioni di spettatori in 176 Paesi, e non era stata eletta per la prima volta nella storia una reginetta russa, la bellissima Oxana Fedorova, 24enne ex poliziotta dagli occhi verdi e i capelli corvini?

Certo, ma la ragazza è stata licenziata in quattro e quattr'otto, come si usa da queste parti. Altro che articolo 18. Il motivo? Era troppo pigra. "Non faceva fronte ai suoi doveri", ha sentenziato Trump, proprietario del concorso. Il quale, evidentemente, non ha una gran fortuna con le donne dell'Est: prima ha dovuto coprire d'oro l'ex moglie boema Ivana per divorziare, e adesso è incappato nella Miss accidiosa.

Ma quali impegni ha mancato la povera Oxana? "Quasi tutti", accusa invelenita la direttrice della mastodontica organizzazione Miss Universe© (con tanto di marchio del copyright) presieduta da Trump, Paula Shugart: "Dopo l'elezione in maggio ha fatto qualche viaggio, si è palesata nel lussuoso appartamento di New York che viene dato alla Miss in carica, ma poi si e' resa latitante per quasi tutta l'estate".

Quello di Miss Universo è in realtà un lavoro stressante. Tutto il tempo in giro per il mondo come trottole, a presenziare eventi e cerimonie di cui non si sa nulla, anche perche' dopo un po' i continui cambiamenti di fuso orario ottundono le capacita' cognitive. Perfino sorridere, posare per fotografi e leggere venti righe di discorsi preparati, insomma, puo' rivelarsi intollerabilmente faticoso.

"Nessuno mi aveva avvertito che il mio impegno avrebbe dovuto essere totale e continuo”, si lamenta la povera Oxana detronizzata. E fra la folla che assiste alla incoronazione della nuova miss Universo (Justine Pasek, 22 anni, miss Panama) c'è Melania Knauss, l'ultima fiamma di Donald: anche lei dell'Est, slovena.
Mauro Suttora