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Friday, December 23, 1988

L'Irpinia e De Mita

De Mita s.p.a.

Scandali ricostruiti nel feudo del presidente segretario

Le hanno provate tutte , persino un cantiere navale in cima alle montagne . Ma finora i miliardi destinati all' Irpinia e dintorni dopo il terremoto hanno prodotto solo 380 posti di lavoro . E una valanga di finanziamenti a fondo perduto

di Mauro Suttora

Europeo, 23 dicembre 1988

Mai nella storia d' Italia tanto potere politico si e' concentrato in cosi' pochi chilometri quadrati . La provincia di Avellino sta infatti regalando alla patria il capo del governo , il capo del maggiore partito , il numero due del maggiore partito , il capo della regione piu' importante , il capo della Rai tv , il capo dei senatori del partito di maggioranza , il vicepresidente della Camera , un potente senatore gia' ministro per il Mezzogiorno, un altro senatore autorevole membro della direzione del maggiore partito...
Irpini ad honorem per contiguita' geografica sono altresi' il portavoce unico del partito di maggioranza , nonche' il massimo responsabile dei servizi segreti . Anche il direttore dell' Osservatore romano , organo ufficiale del papa , e' avellinese.

Alcune di queste cariche si assommano nella stessa persona , altre nella stessa famiglia . Il quotidiano di Napoli Il Mattino ci ha rivelato inoltre , domenica 11 dicembre , che la Banca popolare d' Irpinia di cui quasi tutti gli eminenti sopra citati sono azionisti sta per conquistare la leadership sull' intera Italia meridionale.
Niente male , per una provincia che non arriva a 500 mila abitanti . Altro che Cavour, Crispi, Giolitti, Mussolini, De Gasperi ,Moro ,Craxi : nessun capo di governo , prima di Ciriaco De Mita da Nusco , aveva mai potuto contare su una squadra cosi' imponente di conterranei piazzati nei posti chiave della nazione . Cosicche' i detrattori di De Mita parlano adesso di " clan degli avellinesi " , mentre i suoi ammiratori si compiacciono per l' inusitata fertilita ' dell' Irpinia , fino a ieri oscura e povera provincia.

E' con timoroso rispetto, quindi, che ci rechiamo nel cuore del genio politico italico per controllare se per caso corrispondano al vero alcune maldicenze . Prima fra queste , che i 63 mila miliardi stanziati per la ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia del 1980 siano troppi e malspesi . E poi , se De Mita si sia arricchito grazie al terremoto, come insinuano i comunisti. O, perlomeno, se abbia fatto arricchire parenti e amici.

Certo Nusco e' non meglio collegata oggi al resto dell' Italia di quanto lo fosse dieci anni fa . Di treno , neanche parlarne : non solo il paesello di De Mita ma anche il capoluogo Avellino sono pressoche' irraggiungibili da Napoli in ferrovia , a meno che non si vogliano spendere giornate intere per percorrere pochi chilometri . La caratteristica principale dell' unica ferrovia irpina , che attraversa i fondovalle dei fiumi Calore e Ofanto , fino alla Puglia , e' quella di avere le stazioni piazzate in mezzo al nulla , a vari chilometri di distanza dai paesi di cui pure esibiscono il nome.
I vagoni pero' non sono vuoti: una dozzina di controllori basta a riempire ogni treno. Ma questo e' uno spreco comune a molti altri rami secchi della penisola . In corriera la situazione non migliora di molto : le 2.500 lire del biglietto Avellino-Nusco garantiscono solo che i 40 chilometri del tragitto vengano compiuti in circa due ore (due ore e mezzo se si passa per Bagnoli Irpino). Insomma , in Irpinia chi non ha la macchina e' quasi perduto.

Per fortuna a Nusco il visitatore puo' riposare nell' accogliente e nuovo hotel Colucci , tre stelle , 44 camere . Ammirando dalla terrazza a 900 metri di altitudine il panorama sul massiccio del Vulture , i monti del Matese e l' appennino Dauno , ci consoliamo per il freddo glaciale (nevica gia' da meta' novembre) assaggiando il maiale al finocchietto , i " cicalucculi " , il fegato " cu lu ' nghippu " nonche' il leggendario torrone irpino . In tutto nell' hotel ci sono due ospiti : tecnici romagnoli per la zona industriale . C' e' piu' gente d' estate ? " No , e' sempre cosi ", risponde il proprietario , desolato .
La carenza di turisti non gli ha impedito pero' di chiedere un contributo di tredici miliardi al Fondo per la ricostruzione . Infatti , oltre al contributo a fondo perduto del 75% per le nuove iniziative industriali (l' aiuto piu' alto mai concesso dopo una disgrazia nel mondo occidentale) , la generosa legge pro terremotati prevede anche di regalare soldi a non meglio precisate " imprese di servizi per le infrastrutture " alle aree industriali .

Sui tavoli dell' Italtecna (il consorzio Iri Italstat , quindi dc , che dovrebbe garantire l' " Alta vigilanza sull' esecuzione degli interventi " ) e' cosi' piovuta una valanga di richieste di finanziamenti per alberghi , imprese di trasporti e perfino per un " centro commerciale per la vendita di prodotti in pelle " che la signora Teresa D' Argenio sarebbe lieta di aprire in Avellino citta' . Citta' dove , come denuncia Maurizio Galasso del Wwf , dopo il terremoto c' e' stata una rovinosa speculazione edilizia : " E adesso vogliono costruire un' autostrada in citta' che funzionera' da tangenziale per arrivare a un megacentro commerciale completato da tempo ma mai aperto . Rovineranno una delle ultime aree verdi , taglieranno un sacco di alberi " .

Naturalmente , tutto il fervore economico che si e' impossessato dell' Irpinia negli ultimi anni provoca anche benefici indiretti : e' il famoso " indotto " , parola magica che i politici locali spiattellano quando si fa loro presente che il costo per ogni posto di lavoro creato finora e' di due miliardi e mezzo e di circa un miliardo a persona . Cifra smentita dal responsabile (avellinese ) dell' Ufficio che eroga i fondi , Elveno Pastorelli (l' ex capo dei pompieri che raggiunse la notorieta' grazie alla tragedia di Vermicino) : secondo lui il costo per addetto sara' meno di 300 milioni . Ma solo quando (e se) le imprese cominceranno tutte a produrre .

Per ora , invece , la realta' e' assai piu' preoccupante : " Soldi spesi , un migliaio di miliardi . Industrie insediate a oggi : 57 . Posti di lavoro : 380 , invece dei 3 . 500 promessi . Per ottenere il costo pro capite basta fare una divisione " , spiega secco Angelo Giusto , responsabile enti locali del Pci irpino . Il quale , peraltro , desume i suoi dati dalla relazione presentata dallo stesso Pastorelli al Parlamento in settembre , e aggiornata a cinque mesi fa . E questa , esiste gia' , la " relazione " invocata dal segretario socialista Bettino Craxi lunedi' 12 dicembre al posto della commissione d' inchiesta voluta dalle opposizioni , dal Pli e accettata perfino dai democristiani .

E l' "indotto" ? Un piccolo esempio di indotto e' il depliant dell' hotel Colucci di Nusco , stampato dalla Poligrafica irpina . Questa e' una delle 14 industrie che si sono stabilite nella zona industriale di Nusco . " Per noi la ricostruzione e' stata una manna " , spiega Gerardo Calabrese , il proprietario , " perche' prima operavamo gia' qui , ma ci mancavano le infrastrutture : strade , telefoni , l' elettricita' andava via venti volte al giorno . Adesso invece si puo' lavorare " . La Poligrafica ha 28 dipendenti , un fatturato di circa due miliardi l ' anno , e ha ricevuto un contributo di cinque miliardi e mezzo . Accanto c' e' la Dielve , che produce vetro ultraresistente per l' Enel : " Abbiamo iniziato due mesi fa , abbiamo 70 dipendenti " , dice l' ingegner Carmine Tirri . Otto miliardi li ha avuti la Dietalat , il cui stabilimento scintilla sotto il sole di fronte a un prato dove pascolano le pecore .

Questo e' il piu' grosso regalo che Calisto Tanzi , il padrone della Parmalat e di Odeon tv , abbia fatto al suo amico Ciriaco : 58 nuschesi da due anni sfornano focaccine e pizze . Veramente l' impegno era per 101 dipendenti , ma la legge consente che il 70% del totale possa essere raggiunto nello spazio di quattro anni . " E adesso " , annuncia Sergio Piccini , portavoce della Parmalat , " con il lancio della torta frutta faremo 35 assunzioni a tempo determinato " . Un regalo ancora piu' grande , pero' , e' stato Ciriaco a farlo . A se stesso . Infatti la piu' grande delle otto nuove aree industriali in provincia di Avellino sara' proprio questa di Nusco : 200 miliardi di contributi alle 14 aziende (che promettono a pieno regime 980 addetti) , piu' imponenti investimenti in superstrade , elettrodotti , acquedotti . Inoltre sono vicinissime a Nusco anche altre due aree industriali : quelle di Sant' Angelo dei Lombardi (due imprese , 178 addetti , 29 miliardi di contributi) e Morra De Sanctis (cinque imprese , 594 addetti , 95 miliardi) .

Guarda caso , a Morra De Sanctis e' nato Giuseppe Gargani , 53 anni , da sempre fedelissimo di De Mita , deputato , presidente della commissione Giustizia alla Camera , e soprattutto da quando in aprile Ciriaco e' diventato presidente del Consiglio coordinatore della segreteria dc . Cioe' , numero due del partito , perlomeno fino al congresso . A Morra si e' verificato l' ormai celebre fiasco della Tormene , che inopinatamente avrebbe dovuto produrre barche in un " cantiere " piantato in mezzo ad aspre montagne . Costo per il contribuente : piu' di quattro miliardi . Ma neanche le altre tre iniziative (Fisa , Flexplan e Teletecnica) hanno trovato sorte migliore : nonostante abbiano ingoiato 16 miliardi di contributi , rimangono dei fantasmi . Allora l' anno scorso e' intervenuta , provvidenziale , l' Aeritalia di Napoli (che nella lottizzazione delle Partecipazioni statali spetta alla Dc) , la quale in cambio di 75 miliardi promette di creare 360 posti di lavoro .

A Sant' Angelo dei Lombardi (uno dei comuni piu' colpiti dal terremoto : 500 morti sul totale delle 3 mila vittime) si sono invece installate due aziende : la Ferrero , che da' lavoro a 127 persone (contributo : 24 miliardi) e la Ifs (Industria filtri sud) . I capannoni di quest' ultima sono terminati , perfetto e' il raccordo stradale : peccato che non sia presente nessuno dei 51 addetti promessi , e che non ci sia alcun segno di vita . La Ferrero , invece (che qui produce la sua famosa Nutella) , la scorsa settimana si e' assunta anche un altro incarico molto importante per la provincia di Avellino : sollecitata dal prefetto Raffaele Sbrescia e dalla Coldiretti , si e' impegnata a comprare ben 80 mila quintali di nocciole (materia prima della Nutella) dai diecimila contadini irpini che le producono , e che negli ultimi due anni sono stati messi in crisi dalla concorrenza turca . Cosi' , grazie alla piemontese Ferrero , gli alberi di nocciole irpini non verranno tagliati .

Un' altra grande industria del nord che e' calata in provincia di Avellino approfittando dei contributi post terremoto e ' l' altoatesina Zuegg . Si e' stabilita nell' area industriale di San Mango sul Calore , vicina , questa , al paese di Montefalcione , dove e' nato Nicola Mancino (presidente dei senatori dc da quattro anni e capogruppo al consiglio comunale di Avellino) . A San Mango , pero' , per ora tutto tace . La Zuegg infatti offre solo lavori stagionali ai suoi 40 addetti che producono marmellate . Ma anche le altre nove industrie non sono ancora in produzione , nonostante i 129 miliardi di finanziamenti a fondo perduto e i capannoni che sono quasi tutti gia' pronti .

" Inizieremo l' attivita' entro la fine dell' anno " , promette Helmut Kling , un imprenditore tedesco che ha ricevuto 22 miliardi per il suo calzaturificio , dove dovrebbero lavorare 200 persone . Il problema e' che il signor Kling ha gia' , da nove anni , un calzaturificio a Mercogliano , nella zona industriale di Avellino (area non terremotata) . Adesso vorrebbe che una cinquantina dei suoi 160 operai di Mercogliano si trasferissero a San Mango , che dista 30 chilometri , per avviare gli impianti . I sindacati e anche il sindaco di Mercogliano lo accusano di stare in realta' preparando la chiusura o la vendita del vecchio impianto , per trasferirsi nel nuovo . In pratica , un rinnovo degli impianti a spese dello Stato . Ma Kling nega , e assicura di volersi tenere entrambi gli stabilimenti . Quanto all' obbligare 50 operai a fare i pendolari fra Avellino e San Mango , non potra' essere certo lui , che ogni week end se ne torna in auto nella sua casa a Verona , a comprendere le virtu' della sedentarieta' .

Nella zona industriale di Lacedonia , all' estremo oriente dell' Irpinia , si e' verificato il caso della Mulat . E un caso significativo . Siamo nel feudo del senatore dc Salverino De Vito , 62 anni , non rimpianto ministro per il Mezzogiorno fino all' anno scorso . De Vito e' anche sindaco di Bisaccia , comune dove nel 1987 c' erano ancora 450 famiglie rifugiate in container . Quattro anni fa la Mulat , un' azienda che impacchetta latte (proveniente dalla Germania : quello munto dalle vacche locali viene considerato troppo acido) , chiede e ottiene venti miliardi promettendo 98 posti di lavoro . Ebbene , oggi i 23 dipendenti sono in cassa integrazione , e il proprietario vuole chiudere .

Il proprietario e' il fratello del segretario regionale della Dc campana , l' avellinese Antonio Argenziano . Anzi , proprio segretario no : e' " coordinatore della segreteria " , in attesa che l' attuale segretario , il senatore Ortensio Zecchino di Ariano Irpino (membro della direzione nazionale dc , demitiano di ferro) si faccia piu' in la' . Ma Zecchino , imitando in questo De Mita , tituba , non vuole mollare la poltrona : meglio il partito o lo Stato ? E allora , per tener calmo lo scalpitante Argenziano , nonche' per premiare la sua professionalita' medica (di concessionario Renault) , ecco che gli regala una seconda poltrona : consigliere di amministrazione dell' Usl di Ariano Irpino . Ma non e' finita qui . Argenziano infatti in totale di poltrone ne ha quattro . E anche responsabile enti locali della Dc di Avellino , e soprattutto presidente della potente Asi (Associazione sviluppo industriale) , la quale vorrebbe prendere in gestione le aree industriali . Cosi' forse potra' fare altri favori alla Mulat di suo fratello .

Nel turbinio della intricata vita politica irpina pochi giorni fa si e' anche verificata la nomina del socialista Pasquale Ferrara a vicepresidente dell' Asi . Lo ha messo li' non il Psi , ma la Dc : Ferrara infatti era consigliere comunale di Avellino , ma la prima non eletta socialista , Enza Battista , aveva fatto ricorso per brogli elettorali . Allora il capogruppo dc Mancino , piuttosto che rischiare di perdere la maggioranza assoluta conquistata nell' 85 , si e' trasformato in paciere per le liti socialiste : ha fatto entrare la Battista in consiglio comunale tacitandola , e ha ricompensato Ferrara con la vicepresidenza dell' Asi .

Ecco, la Democrazia cristiana di Avellino e' una macchina cosi' oliata e perfetta da poter risolvere persino le liti altrui . Ai recalcitranti promette posti , gli irriducibili vengono irrimediabilmente emarginati . I figli , e i giovani , se fedeli , vengono lautamente ricompensati : cosi' Biagio Agnes da Serino ha assunto al suo Tg1 il figlio dell' ex sindaco dc di Avellino Giovanni Pionati , nonche' Luigi Marzullo , irpino noto piu' come accompagnatore della first baby Antonia De Mita che per la sua attivita' giornalistica . L' unico ribelle e' rimasto Giuseppe De Mita , nipote di Ciriaco . La sua tremenda colpa? Democristiano , ma andreottiano.

Mauro Suttora