Showing posts with label lara comi. Show all posts
Showing posts with label lara comi. Show all posts

Tuesday, March 01, 2011

intervista a Lara Comi

"SILVIO, TROVA UNA CHE TI AMA" per la prima volta parla l'eurodeputata pdl accusata di "velinismo"

Oggi, 21 febbraio 2011

di Mauro Suttora 

 Bella, è bella: alta, occhi azzurri. «Ma non ho mai fatto la velina. E non ho niente a che spartire con Sara Tommasi, tranne la laurea alla Bocconi». 
Lara Comi, 28 anni, da Saronno (Varese), dal 2009 è eurodeputata Pdl. Con Barbara Matera e Licia Ronzulli era stata bollata come una delle tre giovani «favorite» che Silvio Berlusconi spedì a Bruxelles. Avrebbero dovuto essere di più, ma la famosa lettera di denuncia della moglie Veronica bloccò l’operazione.

La Comi aveva seguito pure lei il corso di tre giorni sull’Europa tenuto dai ministri Franco Frattini e Renato Brunetta. Poi però le showgirl più vistose e imbarazzanti come Angela Sozio furono depennate. 
«E pensare che Silvio me l’aveva chiesto: “Vuoi darti alla politica o allo spettacolo?”», si lamenta oggi la Tommasi. «E io come una stupida scelsi lo spettacolo. Mentre oggi potrei essere tranquilla all’Europarlamento». Invece di finire nel vortice delle intercettazioni, con l’sms «Spero k krepi kon le tue troie» spedito al premier, che purtroppo rischia di passare alla storia. 

«Io con tutto ciò non ho niente a che fare», dice la Comi, «e tengo a precisare due cose. Primo, con me Berlusconi è sempre stato correttissimo. Sono andata a casa sua sia ad Arcore, sia a Roma. Mai in Sardegna. Ma erano tranquille cene di lavoro con altri politici e imprenditori, uomini e donne...»

Ha visto la discoteca del “bunga bunga”? 
«Due anni fa ho visitato un locale al piano di sotto, ma mi era sembrata una normale sala proiezioni. Nessun palo da lap-dance. Seconda precisazione: io la gavetta l’ho fatta. Non sono una miracolata. Ho lavorato in Forza Italia come attivista da quando avevo 19 anni. Ho volantinato e montato gazebi per passione, conosco bene la politica di base, cosa vuol dire faticare. Dopo la laurea ho lavorato alla Beiersdorf, la società che fra l’altro produce la Nivea, e alla Giochi Preziosi, da cui adesso ho l’aspettativa. Sono stata assistente di Maria Stella Gelmini. E quando lei è diventata coordinatrice lombarda del partito, ho diretto i giovani della regione». 

 Quanto prendeva alla Giochi Preziosi? «Mille e 300 euro al mese».
 
 E adesso, da eurodeputata? «Cinquemila e 500». 

 Un bel salto. Cosa pensa del «cursus honorum»? Già i romani duemila anni fa avevano regole ferree per le carriere politiche: i consoli dovevano essere stati prima tribuni e questori. 
«Giusto. Ma è giusto anche che l’Europarlamento sia rappresentativo di tutte le età e professioni, oltre che di tutte le nazioni. Infatti, non sono l’unica ventenne. Anzi, c’è una danese più giovane di me. E poi, alle europee abbiamo dovuto conquistarci le preferenze una ad una in quattro regioni. Lì non ci sono liste bloccate con elezione garantita».

Cosa pensa del Rubygate?
«Assurdo».

Assurdo che un 74enne paghi per avere a cena delle ventenni?
«Non credo che il presidente abbia pagato nessuno. Ma colpevolizzo più le donne, che ci sono andate per libera scelta».

E Berlusconi?
«Ognuno è libero di comportarsi come crede, nella vita privata».

Ma se suo padre o suo nonno si comportasse così, cosa gli direbbe?
«Di trovarsi una donna fissa che gli vuole veramente bene». E quella gemella che frequentava Arcore avendo un fidanzato indagato per camorra? «Appunto. Berlusconi deve circondarsi di persone che conosce, e di cui possa fidarsi». Cioè il contrario delle ragazze di via Olgettina. «Sì. Però trovo assurdi anche i cortei che strumentalizzano la dignità delle donne. Quella non si conquista urlando per strada, ma portando a casa più ruoli e posti nelle aziende e nelle istituzioni». Mauro Suttora

Thursday, September 02, 2010

Viaggio nell'Europarlamento

Cosa fanno i cinque eurodeputati 'adottati' da Oggi

ORA PER ORA, COSÌ FUNZIONA IL PARLAMENTO UE

Nel 2009 ne avevamo scelto uno per partito, ripromettendoci di «controllare» la loro attività. Siamo andati a trovarli e abbiamo scoperto che due sono incinte, il leghista è infaticabile, e il dipietrista...

dall'inviato Mauro Suttora

Bruxelles, luglio 2010

Arrivo all'una nell'aeroporto della capitale belga (ed europea) durante l'ultima settimana di lavoro dell'Europarlamento prima delle ferie estive. Chiamo dal bus l'ufficio di Licia Ronzulli, deputata Pdl: «Peccato che arrivi solo adesso, è appena finito un bellissimo ricevimento per Roma con concerto di Bocelli!», mi risponde lei. La grande novità, però, è che Licia è incinta. All'ottavo mese. In agosto nasce Vittoria. E, incredibilmente, è in dolce attesa (quinto mese) anche l'altra eurodeputata «adottata» l'anno scorso da Oggi: Francesca Balzani, Pd.

Scendo dal bus e m'incammino verso il nuovo edificio che ospita gli uffici dell'Europarlamento. È intitolato ad Altiero Spinelli, che con il suo Manifesto di Ventotene del 1941, scritto al confino nell'isola con Ernesto Rossi, è uno dei padri dell'Europa unita. Da italiano, sono orgoglioso di vedere il suo nome all'ingresso del palazzo. Quello di fronte è dedicato a Paul-Henri Spaak, premier belga e zio di Catherine.

MINACCIA ISLAMICA
In portineria mi viene a prendere in consegna l'assistente della Balzani. A causa delle minacce dei terroristi islamici, entrare nell'Europarlamento è diventato difficile. Non solo bisogna fare un'apposita tessera con foto, ma ogni ospite dev'essere fisicamente accolto al piano terra da chi lo ha invitato e garantisce per lui. L'onorevole Balzani è in riunione, cosicché mi dirigo verso l'ufficio della Ronzulli: 09E246. Significa che è al nono piano nell'ala E. Complicatissimo: se si sbaglia ala bisogna tornare giù e risalire.

Nell'ascensore vedo il manifestino che annuncia la «festa per Roma». Oltre al concerto di Bocelli c'è stato un ricevimento e la proiezione di un documentario di Zeffirelli. Il sindaco Alemanno non è venuto, sostituito dal vice Mauro Cutrufo. Motivo della manifestazione: propagandare il Gran Premio di Formula Uno che Roma vuole organizzare all'Eur, e la candidatura alle Olimpiadi del 2020.

Arriva la Ronzulli nel corridoio moquettato, seguita dai suoi due assistenti. Le chiedo se «feste» come questa non rischiano di far parte dei leggendari sprechi dell'Europarlamento. Mi spiega che ogni eurodeputato ha a disposizione 15 mila euro l'anno per convegni e iniziative simili, o anche per invitare propri elettori dall'Italia a visitare il Parlamento.

Nella classifica delle presenze la Ronzulli non brilla: ha partecipato all'83% delle sedute plenarie, e risulta 46ª su 72. Ma è ampiamente giustificata dalla gravidanza, arrivata dopo due anni di matrimonio. «Per la verità sono stata assente anche la settimana dopo l'incidente a Berlusconi, lo scorso dicembre. Gli sono stata vicino». Licia, infatti, lavora in ospedale, è manager sanitaria ed è una delle giovani che il premier ha valorizzato. Le ha fatto saltare il cursus honorum abituale (prima consigliere circoscrizionale, comunale, provinciale, regionale, poi deputato nazionale, infine europeo), proiettandola subito in Europa.

Altre due eurodeputate giovanissime sono state elette nel Pdl per volere di Berlusconi: la bocconiana Lara Comi, 27 anni, e l'attrice pugliese 29enne Barbara Matera. Sono risultate assidue e preparate. Ovviamente la Ronzulli non vuole essere associata alle soubrette: «Qui si lavora, e molto. Faccio parte della commissione Occupazione e Affari sociali e di quella per i Rapporti con i Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico. Mi sono battuta per la risoluzione contro il precariato giovanile».

DA UKMAR A STRASBURGO

Saliamo al quindicesimo piano, dove stanno gli uffici degli eurodeputati democratici. Francesca Balzani, genovese, collaboratrice del tributarista Victor Ukmar, è stata assessore al Bilancio della sua città. E anche a Bruxelles è entrata nella commissione Bilancio. Un mese fa, poi, è stata nominata nella commissione Prospettive Finanziarie: sarà lei a decidere (assieme agli altri 49 membri, di cui solo due italiani) dove andranno i finanziamenti Ue nei prossimi anni. Un ruolo cruciale, per affrontare il quale ha preso casa a Bruxelles. «E adesso questa bella sorpresa: la terza figlia». Che si chiamerà Agata.

L'ASSURDA DOPPIA SEDE

Anche alla Balzani chiediamo degli sprechi europei: «Quelli più grandi avvengono non per il funzionamento delle istituzioni come il Parlamento, ma per certi finanziamenti con scarso rendiconto. Comunque è chiaro che la doppia sede del Parlamento, a Bruxelles e a Strasburgo, fa aumentare inutilmente i costi». Ma guai a parlarne ai francesi, di ogni colore: difendono la loro Strasburgo con i denti.

Lo conferma Niccolò Rinaldi, fiorentino e veterano di Bruxelles. Ci arrivò come assistente di Jas Gawronski, eurodeputato prima repubblicano per 15 anni, quindi di Forza Italia per altri quindici. «Poi sono diventato funzionario del gruppo liberaldemocratico, e lì ho conosciuto Di Pietro che mi ha apprezzato». Eletto per la prima volta europarlamentare l'anno scorso per l'Idv, Rinaldi si muove nei corridoi di Bruxelles con consumata abilità. E sopperisce all'inesperienza di altri eletti italiani i quali, parlando poco inglese e francese, spesso sono tagliati fuori dalle decisioni importanti.

«Parliamoci chiaro», spiega Rinaldi, «qui le battaglie non si fanno solo nelle sedute plenarie, ma anche nelle commissioni e nei gruppi. Perché oltre alle divisioni fra destra e sinistra ci sono quelle nazionali, che spesso pesano di più». Un esempio: il presidente francese del Ppe (i popolari) è stato il principale avversario dei deputati italiani del suo stesso gruppo, quando questi hanno chiesto un'unica sede per il Parlamento, eliminando Strasburgo, per risparmiare 250 milioni l'anno.

Intanto, si sono fatte le sei del pomeriggio. Accompagniamo Rinaldi, reduce da un viaggio ad Haiti dove ha controllato gli aiuti Ue, a un aperitivo in un caffè vicino al Parlamento. Tipico incontro cui devono partecipare i deputati. La Confindustria italiana, infatti, ha invitato a Bruxelles una delegazione di piccoli imprenditori per familiarizzarli ai meccanismi di finanziamento Ue.

LEGHISTA CONTRO TURCHIA

Il mattino dopo visitiamo un altro giovane: l'eurodeputato veronese Lorenzo Fontana (Lega Nord). È reduce da una battaglia con il commissario per l'Allargamento. Gli aveva indirizzato un'interrogazione contro l'entrata in Europa della Turchia, obiettando che Istanbul non ha mai chiesto scusa per il genocidio degli armeni. Quello gli ha risposto che bisogna guardare al futuro, non al passato. «Allora dimentichiamoci pure dello sterminio degli ebrei...», commenta Fontana. Il quale, per l'eccessiva lontananza, ha perso la fidanzata italiana. Capita anche questo, andando a Bruxelles.

Mauro Suttora