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Wednesday, April 04, 2012

Figlia di Mussolini contro la lapide

ELENA CURTI, ULTIMA FIGLIA NATURALE VIVENTE DEL DUCE, CONTRARIA ALLA LAPIDE CHE IL COMUNE DI GIULINO DI MEZZEGRA (COMO) VUOLE INSTALLARE NEL LUOGO DOVE VENNE FUCILATO NEL 1945 CON CLARETTA PETACCI

Oggi, 28 marzo 2012

di Mauro Suttora

Come da copione: quelli di destra favorevoli, quelli di sinistra contrari a una lapide per ricordare Benito Mussolini nel punto dove venne fucilato il 28 aprile 1945.
Lo chiedeva da anni l’Unione nazionale combattenti di Como della Repubblica sociale italiana (i fascisti «repubblichini»). Ora la giunta comunale leghista di Giulino di Mezzegra (Como) ha detto sì.
E così fra un mese, nell’anniversario della morte, la croce dedicata al dittatore sul muro di villa Belmonte - dove morì con l’amante Claretta Petacci - verrà «arricchita» dal nome della donna e dalle foto di entrambi. La motivazione degli ex Rsi: «Omaggio a una donna coraggiosa, innamorata, che si è buttata davanti ai fucili sperando di salvare la vita al duce». L’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) si è opposta alla decisione, definendola «gravissima».

«Serve soltanto al turismo»

Ma, a sorpresa, anche Elena Curti, ultima figlia vivente di Benito Mussolini (nacque nel 1923 dall’amante Angela Curti Cucciati), è contro la lapide: «Non condivido l’iniziativa, serve solo a soddisfare progetti turistici locali», dice a Oggi. «Se si vuole ricordare qualcuno, si ricordino tutti i giovani che, da una parte e dall’altra, hanno pagato con la vita il loro amore per la patria. Questa lapide non farebbe che dileggiare indirettamente gli altri morti della Repubblica Sociale, dimenticandoli ulteriormente, com’è stato negli ultimi 67 anni».

O tutti o nessuno, insomma. E, da destra, la Curti risponde ai partiti di sinistra contrari alla lapide per motivi opposti: «La “democrazia” non c’entra con questo discorso di morti, e di italiani di prima e seconda categoria. Ma poiché non si perde occasione di ricordare con orgoglio l’ordine di uccidere Mussolini senza processo come “sentenza emessa in nome del popolo italiano dal Cln Alta Italia”, ricordo che quell’ordine fu illegale: il Cln non aveva alcuna veste giuridica».

Elena Curti ne ha anche per la Petacci: «L’importanza che le viene data nella vicenda di Mussolini è eccessiva. Il fatto che siano morti assieme in circostanze casuali non significa che la signora debba essere ricordata per sempre vicino a lui. Mussolini era un uomo sposato, aveva una moglie e famiglia cui era legatissimo, e che infatti non ha mai lasciato. La Petacci era solo una delle sue amanti».

La Curti, di cui Claretta era gelosissima, il 27 aprile 1945 si trovava accanto al duce nel blindato bloccato dai partigiani sul lago di Como. Mussolini poi proseguì la fuga in un camion tedesco in cui fu arrestato. Lei rimase con la colonna dei gerarchi fascisti, con i quali fu fermata a Dongo. È ormai una degli ultimi testimoni diretti viventi di quegli avvenimenti.