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Wednesday, April 11, 2012

Quando Edda Mussolini non 'schettinò'

Dai diari inediti di Claretta Petacci: nel 1941 la moglie crocerossina di Ciano lasciò per ultima la sua nave-ospedale, affondata dagli inglesi in Albania

Oggi, 4 aprile 2012

di Mauro Suttora

«Sta abbastanza bene, ha superato con molta forza e calma la prova. È stata veramente brava. Mi hanno detto che prima ha fatto scendere tutte le infermiere. Poi un marinaio le ha detto: “Scendete contessa, non fate a tempo”. E allora anche lei in acqua. C’è stata mezz’ora, con quel freddo, finché le hanno ripescate. Allora l’hanno rivestita con pantaloncini da marinaio e maglioni».

È la sera del 15 marzo 1941. Benito Mussolini telefona dall’Albania alla sua amante Claretta Petacci. E lei trascrive fedele ogni parola nel proprio diario, la cui annata 1941 è stata appena desecretata dall’Archivio Centrale dello Stato.

In quei giorni il dittatore si trova al fronte, per incoraggiare i soldati italiani che stanno perdendo la guerra contro i greci dopo averli attaccati. Ogni sera telefona a Roma alla Petacci. La notte prima, però, gli inglesi hanno silurato e affondato nel porto di Valona la nave-ospedale italiana Po, che faceva la spola fra Albania e Puglia per trasportare i feriti.

Su quella nave era imbarcata Edda Mussolini, la figlia del duce che si era arruolata come crocerossina. Così il padre lascia le prime linee in montagna e si precipita a trovarla fra i sopravvissuti. «Edda è tanto coraggiosa», telefona orgoglioso a Claretta, «quando l’ho veduta le ho detto: “Finalmente sei una donna interessante”. E lei mi ha detto che i naufragi sono tali e quali che nei film. Che non si dimenticherà facilmente quest’avventura».

L’attacco di cinque aereosiluranti è avvenuto prima di mezzanotte. Per fortuna la Po, ancorata a un miglio e mezzo da terra, non ha a bordo feriti perché è appena tornata dall’Italia. Ma ci sono comunque 240 persone, fra equipaggio e personale medico: 23 annegano. Edda viene ripescata aggrappata a un relitto.

«Certo ha avuto una bella scossa», racconta Mussolini. «L’hanno portata al comando, sono stato con lei un’ora e mezza. Mi ha fatto emozione vederla così infreddolita, minuta, povera cara. Tutto è durato sette minuti, è affondato subito. Tre crocerossine sono morte».

Claretta gelosa delle infermiere

Qui la gelosissima Claretta blocca Benito e gli chiede se ha visitato qualche altra infermiera, fra le superstiti. «Non ho veduto le altre, Edda era sola. Anzi, mi ha detto: “Vai a visitare quelle disgraziate”. Ma una era da una parte, una dall’altra, quindi non potevo. Tanto più che c’è stato un allarme».

Pare infatti che il vero obiettivo degli inglesi fosse Mussolini, il cui cognome avevano scoperto nella lista degli imbarcati. In guerra le navi-ospedale non possono essere colpite. Ma devono farsi riconoscere, mentre la Po aveva le luci spente, per non far individuare al nemico il resto delle navi nel porto di Valona. Nel 2009 il relitto della Po è stato esplorato dai sommozzatori dell'Asso (Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione).
Mauro Suttora

Wednesday, August 04, 2010

Gemelli Mussolini

GRAZIE ALL' INSEMINAZIONE ARTIFICIALE, SI ALLARGA LA DINASTIA DEL DITTATORE

I due trisnipoti del duce, Marzio e Carlo, sono nati con le tecniche del professor Antinori. E la bisnonna era Edda Ciano, figlia di Benito. Che sulla procreazione assistita, già allora diceva...

di Mauro Suttora

Oggi, 4 agosto 2010

Siamo ormai arrivati alla quinta generazione di Mussolini. Ma avere fra le mani il Dna di Benito fa sempre un po' impressione. È quel che è capitato al professor Severino Antinori, il medico italiano famoso per le tecniche di fecondazione artificiale, che ha favorito la nascita di Marzio e Carlo Ciano, trisnipoti del duce. Eccoli qui felici e pasciuti, a otto mesi dalla nascita (il 21 novembre 2009 nella clinica romana Quisisana), in braccio al papà Pier Francesco Ciano.

Ciano ha deciso di chiamare uno dei due gemelli con il nome di suo padre Marzio, morto a soli 37 anni, e terzogenito della coppia composta da Edda e Galeazzo, ex ministro degli Esteri, una delle figure più controverse del regime fascista.

«I bambini sono nati all' ottavo mese», dice Ciano, «e alla nascita pesavano 2,7 chili e 2,3. Mia moglie Alessandra e io ringraziamo il ginecologo Severino Antinori. Edda e Galeazzo Ciano ebbero tre figli, ma solo mio padre ebbe degli eredi: me e mio fratello Lorenzo. Lorenzo non ha figli, mentre io e mia moglie ora abbiamo dato alla luce questi bei gemelli, che porteranno avanti la dinastia».

FIGURA CONTROVERSA

La dinastia Ciano, nel bene e nel male, ha fatto l'Italia del Novecento. A cominciare dall'ammiraglio Costanzo Ciano, nato a Livorno nel 1876 e autore della «beffa di Buccari»: con i suoi Mas (Motoscafi antisommergibile) assieme a Gabriele D'Annunzio riuscì a penetrare nel porto della flotta austriaca. Il che, dopo Caporetto, risollevò il morale delle truppe italiane. Sotto il fascismo fu ministro e presidente (di quel che restava) della Camera dei deputati.

Suo figlio Galeazzo, spavaldo e brillante, sposò nel 1930 Edda Mussolini, primogenita del dittatore, il quale nel '36 lo volle ministro degli Esteri. Filoinglese come i gerarchi più intelligenti del regime (Italo Balbo, Dino Grandi), Ciano cercò di tenere l'Italia fuori dalla guerra di Hitler. E per nove mesi ci riuscì. Ma nel giugno '40 Mussolini, visto il crollo della Francia, la attaccò.
Ciano divenne ambasciatore in Vaticano, dove ebbe stretti rapporti con il futuro papa Paolo VI, allora numero due della Segreteria di Stato. Il 25 luglio '43, durante l'ultimo drammatico Gran Consiglio, Galeazzo Ciano tradì Mussolini, votandone la richiesta di dimissioni che fece cadere il regime. Per questo pagò con la vita nel gennaio successivo: venne fucilato a Verona, nonostante la moglie Edda implorasse la grazia presso il padre.

Una vicenda da tragedia greca, che vide spendersi e spegnersi Edda, figlia prediletta del Duce, donna anticonformista, spregiudicata e moderna. «Ho sottomesso l'Italia, non riuscirò mai a sottomettere mia figlia», disse di lei Mussolini.
Dopo la guerra Edda girò il mondo, sempre irrequieta, pur badando ai tre figli: Fabrizio, Raimonda (detta Dindina) e Marzio. Marzio, nonno dei gemellini, si sposò con Gloria Lucchesi, ma tre anni dopo la nascita di Pier Francesco si separò. Morì nel '74, ventun anni prima di sua madre Edda.

A causa della distanza fra la nascita di Edda Mussolini e quella di suo fratello Romano, venuto alla luce 17 anni dopo, negli stessi mesi del '62 in cui Romano ha avuto da Anna Maria Scicolone (sorella di Sophia Loren) la figlia Alessandra (oggi deputata Pdl), è nato anche Pier Francesco Ciano, che appartiene però alla generazione seguente.

Ma cos'avrebbe detto Benito della procreazione assistita con la quale sono venuti alla luce questi suoi trisnipotini? Può sembrare una curiosità balzana. Eppure la risposta, incredibilmente, c'è.
Il 28 novembre 1939, Mussolini disse queste parole alla sua amante Claretta Petacci, che le trascrisse nel proprio diario (desecretato da poco dall'Archivio di Stato, e pubblicato da Rizzoli nel 2009 in Mussolini segreto): «Cara, hai veduto l'incubazione meccanica? Cioè il toro monta una bestia finta, raccolgono il liquido, e con quello rendono incinte altre bestie. Il toro è un bel po' stupido, non si accorge. [...] Guarda le foto. A me fa un certo effetto, anche a te vedo. Sì, è brutto, la natura va rispettata anche per le bestie. pensa che hanno fatto lo stesso anche con delle donne. Per esempio, una non poteva avere figli col marito. Si faceva iniettare lo sperma di uno qualunque e rimaneva incinta. Uno in America fece la prova di dieci o quindici sperma prima di iniettarli alla moglie. Nauseante».

Ma Mussolini si riferiva alla fecondazione assistita «eterologa». Questi gemellini Ciano, invece, sono nati regolarmente fra marito e moglie.

Mauro Suttora