Tuesday, January 18, 2000

Foglio: Ds senza radicali

ELEGANTE PARADOSSO: SOPRAVVIVEREBBERO I DS SENZA I RADICALI? LA RISPOSTA É: «NO»

Lettera aperta di Mauro Suttora pubblicata su "Il Foglio" martedì 18 gennaio 2000 pag.4

Signor direttore

Sopravviverebbero i Ds senza i radicali? Al congresso hanno discusso soltanto dei referendum sociali radicali, hanno appoggiato quello per il maggioritario con firme raccolte dai radicali, hanno sposato l'antiproibizionismo radicale sulla droga. Walter Veltroni ha annunciato la grande lotta Ds per il 2000:"Contro la fame nel mondo", anche questo un tormentone radicale di vent'anni fa. E "I care" era il motto dei pacifisti radicali negli anni 60.

Ma è ormai da quasi mezzo secolo che Marco Pannella precorre, incalza, stimola e provoca i comunisti-(pi)diessini. All'inizio degli anni 50 era vicino di casa di Enrico Berlinguer a Roma (zona Piazza Bologna), e i due discutevano di politica quando Enrico portava il cane a fare pipì. Nel '54 il ventiquattrenne Marco, presidente dell' Unuri, aprì il parlamentino universitario ai comunisti in nome dell'unità laica, e poi con Achille Occhetto si oppose ai goliardi socialisti di Bettino Craxi.

Nel '59 Pannella ebbe addirittura l'onore di scrivere una lettera aperta a Palmiro Togliatti su Paese Sera, e il Migliore gli rispose. Nel Pr di allora il Pannella filocomunista si opponeva al vicesegretario Eugenio Scalfari, filosocialista.

Il feeling col Pci era così alto che nel '63 Pajetta offrì a Pannella un posto da deputato come indipendente di sinistra. Ma due anni dopo, quando i radicali iniziarono la campagna per il divorzio, fra i comunisti soltanto Luciana Castellina, Vittorio Vidali e Massimo Caprara aderirono. Per il Pci ( e per i sessantottini ) era una questione "piccoloborghese", una "fuga in avanti " che metteva in pericolo i rapporti con le "masse cattoliche". E nel '74, a 40 giorni dal referendum, il Pci cercava ancora un compromesso con Fanfani per evitarlo.

Non parliamo dell'aborto: i radicali proposero di legalizzarlo già nel '67, il Pci fu costretto ad accettarlo solo undici anni dopo, sotto minaccia referendaria. E così per tutto il resto: dal femminismo all'obiezione di coscienza, dagli omosessuali all'ambiente, il Pci ha sempre deglutito le iniziative radicali con 10-20 anni di ritardo. E spesso vergognandosene, per cui delegava alle varie Arcigay e Legambiente il furbo compito di raccogliere dove i radicali avevano seminato con il loro Mld, Loc, Fuori o Amici della terra.

Allora il rimprovero della sinistra a Pannella ed a Emma Bonino era: "Non vi occupate di economia". Oggi che se ne occupano, da liberali quali sono sempre stati, sono diventati "nemici dei diritti umani"."Nemici borghesi delle masse proletarie": così Togliatti liquidò i fratelli Rosselli negli anni '30. "Ma avevano ragione loro" deve ammettere oggi Massimo D'Alema. E giù convegni di riabilitazione fuori tempo massimo.

Fortunatamente Pannella e Bonino non hanno figli, ai quali fra qualche decennio i futuri dirigenti diessini possano offrire l'iscrizione a un loro partito "rinnovato". Ma scommettiamo che già l'anno prossimo i referendum sociali verranno inghiottiti dai diessini, ritardatari cronici?

Mauro Suttora